Fenesta Vascia 1825

Fenesta Vascia 1825: Il canto napoletano della nostalgia e dell’amore perduto
Tra le melodie più struggenti della tradizione napoletana, "Fenesta Vascia" occupa un posto speciale. Questo canto, che affonda le radici nel primo Ottocento, è un lamento d'amore carico di malinconia e sentimento, un vero gioiello della musica popolare che ha attraversato i secoli.
Le origini tra tradizione e rielaborazione
La paternità di Fenesta Vascia è dibattuta. Il brano viene spesso attribuito a Guglielmo Cottrau (1797-1847), editore e compositore che raccolse e arrangiò molte canzoni popolari napoletane. Tuttavia, la melodia potrebbe avere origini più antiche, con una struttura musicale e testuale di matrice anonima. Il testo è attribuito al poeta Giulio Genoino, ma anch’esso potrebbe derivare da una lirica popolare preesistente.
Il significato del testo: un amore finito e un dolore eterno
Il testo racconta di un innamorato che si ferma davanti alla casa dell’amata, una "fenesta vascia" (finestra bassa), tipica delle abitazioni napoletane dell’epoca. Ma dentro quella finestra non c’è più la sua donna: la ragazza è morta, e ora il suo volto non si affaccia più. Il dolore del protagonista è immenso, e la canzone diventa un lamento funebre per un amore perduto troppo presto.
Un successo senza tempo
La struggente melodia di Fenesta Vascia ha reso la canzone un classico del repertorio napoletano. È stata interpretata dai più grandi tenori e cantanti lirici, da Enrico Caruso a Luciano Pavarotti, e ha trovato spazio anche nella musica contemporanea.
Un pezzo di Napoli nel mondo
Ancora oggi, Fenesta Vascia incarna l’anima della canzone napoletana: un misto di passione, dolore e bellezza senza tempo. È la voce di un popolo che, attraverso la musica, ha saputo raccontare le emozioni più profonde dell’animo umano.
1825 - Fenesta vascia [di Guglielmo Cottrau -anonimo \ Giulio Genoino]
https://youtu.be/6vJeETKiQoo
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