lunedì 30 giugno 2025

Corso di storia della musica: 1976-Lilly [di Antonello Venditti]

 1976-Lilly [di Antonello Venditti]



Autore e Interprete: Antonello Venditti
Album: Lilly
Genere: Pop / Cantautorato sociale
Etichetta: RCA Italiana
Anno di uscita: 1976

Contesto e significato

"Lilly" è una canzone simbolo dell’impegno civile e sociale di Antonello Venditti. Racconta la storia di una donna vittima della tossicodipendenza, descrivendo in modo crudo e toccante il dramma dell'eroina, che in quegli anni dilagava tra i giovani italiani.

Temi principali

  • Dipendenza e solitudine
  • Denuncia sociale
  • Empatia verso gli emarginati

Impatto e ricezione

  • Un brano coraggioso e controcorrente nel panorama musicale del tempo
  • Grande successo di pubblico: Lilly fu l’album della consacrazione nazionale di Venditti
  • La canzone divenne un manifesto dell’attenzione ai temi sociali

Curiosità

  • Venditti dedicò la canzone a una persona reale, conosciuta nel suo quartiere romano
  • Il brano ha una struttura narrativa, quasi da ballata popolare urbana

1976-Lilly [di Antonello Venditti]
https://youtu.be/dSNQbkjkxKs?si=A3Ha7WOjB7OsbhDs

domenica 29 giugno 2025

Corso di storia della musica: “Dancing Queen” – ABBA (1976)

“Dancing Queen” – ABBA (1976)



🎙️ Artista: ABBA
📀 Album: Arrival
🎼 Genere: Pop, disco
🎛️ Struttura: Strofa → Pre-ritornello → Ritornello → Bridge → Ripresa

💬 Testo e significato:

  • Ritratto gioioso e malinconico di una giovane ragazza che si perde nella danza
  • Descrive la magia dell’evasione notturna, della giovinezza, della libertà
  • Un inno pop dolceamaro al tempo che passa

🎧 Stile e arrangiamento:

  • Basso e piano sincopato, archi e armonie vocali avvolgenti
  • Sintetizzatori leggeri e produzione pulitissima
  • Voce chiara e brillante, coreografia sonora perfetta

📌 Attività didattica:

  • Ballo o espressione corporea sul brano
  • Discussione tematica: “Che cosa rende una canzone ‘felice’ o ‘triste’?”

sabato 28 giugno 2025

Corso di storia della musica: “Born to Run” – Bruce Springsteen (1975)

“Born to Run” – Bruce Springsteen (1975)



🎙️ Artista: Bruce Springsteen
📀 Album: Born to Run
🎼 Genere: Rock da arena, heartland rock
🎛️ Struttura: Intro epico → Strofa → Ritornello corale → Assolo → Finale esplosivo

💬 Testo e significato:

  • Canto alla fuga, al desiderio di libertà e di riscatto
  • Racconta due giovani che vogliono “evadere” dalla propria città e dalle costrizioni sociali
  • Una poesia urbana, carica di energia giovanile

🎧 Caratteristiche:

  • Muro sonoro in stile “Phil Spector” (strumentazione ricca, densa)
  • Sax di Clarence Clemons come contrappunto lirico
  • Ritmo crescente, climax emotivo

📌 Attività didattica:

  • Scrittura autobiografica: “Cosa significa per te ‘nascere per correre’?”
  • Analisi musicale: identificare strumenti nel wall of sound

venerdì 27 giugno 2025

Corso di storia della musica: “No Woman, No Cry” – Bob Marley & The Wailers (1975)

“No Woman, No Cry” – Bob Marley & The Wailers (1975)



🎙️ Artista: Bob Marley & The Wailers
📀 Album (live): Live! – registrato al Lyceum Theatre, Londra
🎼 Genere: Reggae
🎛️ Struttura: Strofa + ritornello ripetuto → crescente intensità corale

💬 Testo e significato:

  • Riflessione affettuosa e malinconica sulla vita nei ghetti di Trenchtown (Giamaica)
  • Il titolo è spesso frainteso: non significa "Se non ci sono donne non si piange", ma "Non piangere, donna"
  • Invito alla resilienza, alla memoria e al coraggio quotidiano

🎧 Stile e messaggio:

  • Ritmo rilassato, sincopato, con groove profondo
  • Voce calda e rassicurante di Marley
  • Forte valore comunitario, catartico

📌 Attività didattica:

  • Ascolto comparato: versione originale studio vs versione Live
  • Scrittura creativa: “Cosa diresti a qualcuno che attraversa un momento difficile?”

giovedì 26 giugno 2025

Corso di storia della musica: “Bohemian Rhapsody” – Queen (1975)

“Bohemian Rhapsody” – Queen (1975)



🎙️ Artista: Queen
📀 Album: A Night at the Opera
🎼 Genere: Rock progressivo, opera rock
🎛️ Struttura: Introduzione vocale → Ballata → Sezione operistica → Hard rock → Finale riflessivo

💬 Testo e significato:

  • Enigmatico e teatrale, un "dramma" cantato senza un significato letterale unico.
  • Il protagonista confessa un omicidio, affronta il giudizio, la disperazione e infine l’accettazione del destino.
  • Spesso interpretato come metafora interiore, confessione personale o esercizio creativo senza confini.

🎧 Stile e innovazione:

  • Uso multistrato delle voci (oltre 180 sovraincisioni vocali)
  • Nessun ritornello, cambio di tempo e genere
  • Iconico assolo di chitarra di Brian May

📌 Attività didattica:

  • Dividere la classe in 5 gruppi e assegnare una sezione del brano (introduzione, ballata, opera, rock, coda): analisi vocale e mimica
  • Discussione: “Si può raccontare una storia senza un significato chiaro?”

mercoledì 25 giugno 2025

Coso di storia della musica: 1975-Rimmel

1975-Rimmel [di Francesco De Gregori]

Autore e Interprete: Francesco De Gregori

Album: Rimmel
Genere: Canzone d'autore / Folk
Etichetta: RCA Italiana
Anno di uscita: 1975

Contesto e significato

"Rimmel" è uno dei brani più celebri di Francesco De Gregori, e dà il titolo all'album che segnò una svolta nella sua carriera. È una ballata malinconica e poetica, che racconta la fine di una relazione, intrisa di immagini simboliche e ricordi sfocati, come il trucco colato di lei: il rimmel, appunto.

Stile e struttura

  • Testo denso di metafore e allusioni
  • Armonia dolce, con arrangiamenti raffinati
  • Liriche non lineari ma fortemente evocative

Frase memorabile

"E qualcosa rimane fra le pagine chiare e le pagine scure..."

Impatto e ricezione

  • Considerata una delle pietre miliari della canzone d'autore italiana
  • Ancora oggi interpretata e amata da diverse generazioni
  • L'album Rimmel vendette oltre 500.000 copie, consacrando De Gregori

Curiosità

  • Il brano contiene riferimenti criptici a persone e luoghi reali, ma trasfigurati poeticamente
  • Il nome “Rimmel” richiama l’apparenza che svanisce, come l'amore che finisce
  • Francesco De Gregori ha più volte detto che Rimmel è una delle sue canzoni più intime
1975-Rimmel [di Francesco De Gregori]
https://youtu.be/Ydo-yfPze30?si=BulE2_qE4laDUqbQ

martedì 24 giugno 2025

Coso di storia della musica: 1974-Knockin' on heaven's door

1974-Knockin' on heaven's door [di Bob Dylan]

Autore e Interprete: Bob Dylan
Genere: Folk rock / Country rock
Album: Pat Garrett & Billy the Kid (Colonna sonora)
Etichetta: Columbia Records
Anno di uscita: 1973 (divenuta celebre nel 1974)

Contesto e significato

Scritta da Bob Dylan per la colonna sonora del film Pat Garrett & Billy the Kid (1973), la canzone è un lamento struggente che accompagna la scena della morte dello sceriffo Baker. Con parole semplici ma evocative, Dylan racconta l’avvicinarsi della morte come un bussare alle porte del cielo, con un tono pacato e malinconico.

Struttura e musicalità

  • Strofe brevi, ripetitive
  • Chitarra acustica dominante, accompagnata da leggere percussioni
  • Atmosfera sospesa, dolente
  • Ripetizione del ritornello come mantra emotivo

Frase memorabile

"Knock, knock, knockin’ on heaven’s door..."

Impatto culturale

  • Una delle canzoni più iconiche di Dylan
  • Interpretata da numerosi artisti tra cui Guns N’ Roses (1990), Eric Clapton, Roger Waters
  • Usata in film, serie TV, manifestazioni pacifiste e commemorazioni

Curiosità

  • Nonostante la semplicità, è considerata un classico universale
  • È stata inserita nella Rock and Roll Hall of Fame's 500 Songs That Shaped Rock and Roll
  • Nella versione dei Guns N’ Roses, il brano ha assunto un tono più epico e drammatico
1974-Knockin' on heaven's door [di Bob Dylan]
https://youtu.be/rm9coqlk8fY?si=0VbtL67LYRKO5tG0

lunedì 23 giugno 2025

Coso di storia della musica: 1974-Bella senz'anima

1974-Bella senz'anima [di Marco Luberti - Riccardo Cocciante \ Amerigo Paolo Cassella]


Autori:

  • Musica: Riccardo Cocciante, Marco Luberti
  • Testo: Amerigo Paolo Cassella, Marco Luberti
    Interprete: Riccardo Cocciante
    Genere: Pop melodico / Canzone d’autore
    Etichetta: RCA Italiana
    Anno di uscita: 1974

Contesto e significato

"Bella senz’anima" è il brano che consacra Riccardo Cocciante al grande pubblico. Si tratta di una canzone intensa, drammatica e viscerale, che racconta la fine di un amore con parole dure, spesso accusatorie, rivolte a una donna percepita come fredda e manipolatrice. Il titolo stesso – “bella senz’anima” – è un giudizio feroce, che ha diviso critica e pubblico tra chi la considerava una poesia e chi una canzone maschilista.

Struttura e musicalità

  • Introduzione lenta, voce rotta dall’emozione
  • Crescendo emotivo fino al climax nel ritornello
  • Strumentazione essenziale (piano, archi) per esaltare il pathos vocale
  • Esecuzione teatrale, quasi da monologo

Frase memorabile

"E adesso spogliati come sai fare tu,
ma non illuderti, io non ci casco più…"

Impatto culturale

  • Considerata una delle canzoni italiane più intense degli anni ’70
  • Vinse il Premio della Critica al Festivalbar 1974
  • Ancora oggi è un brano simbolo delle relazioni complicate e conflittuali

Curiosità

  • Fu censurata da alcune radio per il tono considerato “sessista”
  • Marco Luberti e Amerigo Cassella, autori del testo, si ispirarono a una vicenda personale
  • È stata reinterpretata da artisti come Gianna Nannini e Massimo Ranieri

1974-Bella senz'anima [di Marco Luberti - Riccardo Cocciante \ Amerigo Paolo Cassella]
https://youtu.be/6ZQ8E-w-64E?si=q6m31XkOXRZhPR50

domenica 22 giugno 2025

Corso di storia della musica: 1974 -Anima mia

1974 -Anima mia [di Flavio Paulin - Ivano Michetti \ Antonello De Sanctis]

Autori:
  • Musica: Flavio Paulin, Ivano Michetti
  • Testo: Antonello De Sanctis
    Interprete: I Cugini di Campagna
    Genere: Pop melodico
    Etichetta: Pull / Fonit Cetra
    Anno di uscita: 1973 (divenne un successo nazionale nel 1974)

Contesto e significato

"Anima mia" è uno dei brani più iconici della musica leggera italiana degli anni ’70, e il più grande successo de I Cugini di Campagna. Il brano parla di un amore perduto con toni romantici e malinconici, evocando ricordi struggenti attraverso una melodia struggente e facilmente riconoscibile.

Il titolo “Anima mia” si riferisce alla persona amata come se fosse parte dell’anima stessa dell’io narrante. È un inno alla sofferenza amorosa, con un tono melodrammatico che colpì il pubblico dell’epoca.

Struttura e musicalità

  • Stile: Pop melodico, con influenze beat e glam
  • Voci in falsetto tipiche del gruppo, diventate la loro cifra stilistica
  • Arrangiamento con tastiere, archi e chitarre dolci, tipico del romanticismo anni ’70

Frase memorabile

"Anima mia,
torna a casa tua,
ti aspetterò dovessi odiare
queste mura…"

Impatto culturale

  • Ha venduto oltre un milione di copie.
  • Il titolo fu ripreso per una famosa trasmissione TV RAI nei primi anni 2000 condotta da Fabio Fazio e Claudio Baglioni, interamente dedicata alla musica italiana anni ’70.
  • Ancora oggi è simbolo della nostalgia musicale di quell’epoca.

Curiosità

  • La canzone fu scritta in pochissimo tempo, ispirata da una delusione sentimentale vera.
  • Rappresenta l’archetipo del pop melodrammatico italiano anni ’70, con tratti quasi kitsch, ma entrati nell’immaginario collettivo.
  • È stata reinterpretata da diversi artisti, tra cui Gianni Morandi e i Jalisse.

1974 -Anima mia [di Flavio Paulin - Ivano Michetti \ Antonello De Sanctis]
https://youtu.be/QVtOnc_-iAY?si=pgrSmCRrjtp4vHZg

sabato 21 giugno 2025

Corso di storia della musica: 1973-Roma capoccia

1973-Roma capoccia [di Antonello Venditti]

Autori:

  • Musica e Testo: Antonello Venditti
    Interprete: Antonello Venditti
    Genere: Cantautorale / Pop
    Etichetta: It
    Album: Theorius Campus (con Francesco De Gregori)
    Anno di uscita: 1972 (diventata celebre nel 1973)

Contesto e significato

"Roma capoccia" è il brano che lanciò Antonello Venditti, diventando in poco tempo un inno d’amore per la città di Roma. Scritto in dialetto romanesco, il testo è un’esplosione emotiva, un omaggio alla bellezza struggente della capitale, vista con gli occhi di chi torna dopo essere stato lontano.

La canzone mescola nostalgia, orgoglio e poesia, dipingendo scorci urbani e sensazioni in modo vivido e personale. “Capoccia” è termine dialettale che indica la superiorità, quasi a dire che Roma è la regina delle città, la più bella, quella che non può essere dimenticata.

Struttura e musicalità

  • Tonalità prevalente: Do maggiore
  • Stile musicale: ballata melodica con venature folk
  • Arrangiamento semplice ma suggestivo: piano, archi, flauto.
  • Venditti canta con enfasi e calore, quasi come se parlasse direttamente alla città.

Frase memorabile

"Roma capoccia der monno infame. "

Impatto culturale

  • Divenuta negli anni un classico della romanità, è cantata in stadi, feste popolari, eventi cittadini.
  • Ha fatto da colonna sonora a momenti iconici nella storia culturale romana.
  • È uno dei brani più identificativi di Venditti, ancora oggi parte stabile dei suoi concerti.

Curiosità

  • La canzone fu incisa per la prima volta nel 1972 nell’album Theorius Campus, realizzato a quattro mani con Francesco De Gregori.
  • Il successo esplose l’anno successivo grazie all’interpretazione dal vivo e alla diffusione radiofonica.
  • Venditti ha raccontato che la scrisse in una sola notte, travolto dalla nostalgia mentre era a Milano.
1973-Roma capoccia [di Antonello Venditti]
https://youtu.be/Q9PGiZDLnHI?si=a-eTxRnSUaPY0cl-

venerdì 20 giugno 2025

Corso di storia della musica: 1973-Il Mio canto libero

1973-Il Mio canto libero [di Lucio Battisti \ Mogol]



Autori:

  • Musica: Lucio Battisti
  • Testo: Mogol
    Interprete: Lucio Battisti
    Genere: Pop / Cantautorale
    Etichetta: Numero Uno
    Album: Il mio canto libero
    Anno di uscita: 1973

Contesto e significato

"Il mio canto libero" è uno dei brani più iconici di Lucio Battisti, una vera dichiarazione di indipendenza emotiva e spirituale, scritta insieme a Mogol. È una canzone che parla di libertàamore anticonvenzionale e speranza, concepita come reazione alle pressioni sociali e familiari che Mogol stesso stava vivendo in quel periodo. L’intento era quello di dare voce a una rinascita affettiva e a un amore che va oltre le norme imposte.

Il brano, diventato in breve tempo un manifesto generazionale, esprime il desiderio di abbandonare il conformismo e di vivere l’amore in piena autenticità, lasciandosi alle spalle pregiudizi e ipocrisie.

Struttura e musicalità

  • Tonalità: Re maggiore
  • Struttura musicale: ballata pop con crescendo orchestrale
  • L’introduzione con tastiere e archi è subito riconoscibile e apre a un climax emotivo che accompagna tutta la canzone.
  • La voce di Battisti si fa intensa e solenne, accompagnata da un arrangiamento che unisce strumenti acustici e sinfonici.

Frase memorabile

"In un mondo che
non ci vuole più,
il mio canto libero sei tu..."

Impatto culturale

  • È considerata una delle più grandi canzoni italiane di tutti i tempi.
  • Ha venduto oltre 1 milione di copie solo in Italia.
  • Il brano è stato tradotto in diverse lingue e reinterpretato da numerosi artisti.
  • La canzone è spesso citata in contesti politici, sociali e culturali come simbolo di libertà e autenticità.

Curiosità

  • La canzone è ispirata all’amore tra Mogol e la sua nuova compagna, che dovettero affrontare l’ostilità della società e delle famiglie.
  • Nonostante la sua apparente semplicità, il testo è carico di simbolismi poetici e suggestioni visive.
  • Il titolo inizialmente doveva essere La libertà, ma fu poi cambiato in Il mio canto libero per dare un tono più personale e poetico.

1973-Il Mio canto libero [di Lucio Battisti \ Mogol]
https://youtu.be/UtUHEsPfjjE?si=rKfh3bzwTmmB59wz

mercoledì 18 giugno 2025

Corso di storia della musica: 1973-Alice

1973-Alice [di Francesco De Gregori]



Autore:
  • Musica e Testo: Francesco De Gregori
    Interprete: Francesco De Gregori
    Genere: Folk / Canzone d’autore
    Etichetta: RCA Italiana
    Anno di uscita: 1973

Contesto e significato

"Alice" è una delle canzoni più celebri di Francesco De Gregori, estratta dal suo album omonimo del 1973. La canzone racconta una storia di evasione e sogno, il cui protagonista è una figura misteriosa e simbolica, Alice, che potrebbe rappresentare una persona reale, ma anche un ideale o una metafora di un mondo diverso da quello vissuto nel quotidiano.

La canzone si inserisce in un contesto musicale e sociale degli anni '70, caratterizzato da una ricerca di libertà e di espressione personale, come anche un senso di critica verso le convenzioni sociali. L'interpretazione personale e la polivalenza del testo hanno fatto di "Alice" un brano particolarmente amato e interpretato in mille modi dai suoi ascoltatori.

Testo e poetica

Il testo è enigmatico, con immagini oniriche e surreali che evocano un paesaggio immaginario e fuori dal tempo. Alice diventa, così, un simbolo di chi cerca di liberarsi dalle costrizioni della realtà, alla ricerca di un proprio spazio interiore. La canzone scivola tra realtà e fantasia, tra sogno e desiderio, in uno stile che ricorda la tradizione poetica della canzone d’autore italiana.

Struttura musicale

  • Tonalità: La maggiore
  • La musica si muove tra toni soft folk e ballata, con una chitarra acustica dominante che la fa da padrone.
  • L’arrangiamento è delicato ma arricchito da accenti che sottolineano il significato evocativo del testo.
  • La voce di De Gregori è sempre pacata, ma carica di emozione, una delle caratteristiche distintive del suo stile.

Impatto culturale

  • "Alice" è una delle canzoni più iconiche della carriera di Francesco De Gregori, un capolavoro che ha consolidato la sua fama.
  • Ha ispirato numerosi artisti e appassionati della musica d’autore italiana.
  • Il brano è stato ripreso anche in numerosi live e raccolte, ed è ancora un elemento fondamentale nei concerti di De Gregori.

Curiosità

  • "Alice" è una delle canzoni che ha segnato il passaggio di De Gregori dalla musica folk al popolare e al canzone d’autore, restando però sempre fedele al suo stile unico.
  • Il brano è stato interpretato da altri artisti nel corso degli anni, portando la canzone a essere riconosciuta come uno dei classici della musica italiana.

1973-Alice [di Francesco De Gregori]
https://youtu.be/kseKsFaLAwQ?si=QAFzisLjrZHM3z83

martedì 17 giugno 2025

Corso di storia della musica : 1972-Questo piccolo grande amore

1972-Questo piccolo grande amore [di Claudio Baglioni - Antonio Coggio \ Claudio Baglioni]






Autori:

  • Musica: Claudio Baglioni – Antonio Coggio
  • Testo: Claudio Baglioni
    Interprete: Claudio Baglioni
    Genere: Pop melodico / Canzone d’autore
    Etichetta: RCA Italiana
    Anno di uscita: 1972

Contesto e significato

Considerata da molti critici e appassionati la più bella canzone d’amore italiana del Novecento, “Questo piccolo grande amore” racconta una storia sentimentale giovanile, fatta di tenerezza, scoperte, litigi e nostalgia. È la fotografia dolceamara di un amore adolescenziale che, pur nella sua semplicità, assume un'importanza enorme nella vita di chi lo vive.

Testo e poetica

Il testo alterna descrizioni concrete e quotidiane (“la paura e la voglia di essere nudi”) a immagini poetiche e universali. È un diario sentimentale in musica, capace di parlare a chiunque abbia amato per la prima volta. Il tono è malinconico ma anche tenero, con una scrittura immediata e sincera.

Struttura musicale

  • Tonalità: Do maggiore
  • Intro lenta e arpeggiata, costruita su pianoforte e chitarra
  • Graduale crescendo orchestrale
  • L’interpretazione vocale di Baglioni è intensa, emotiva, quasi sussurrata, perfettamente adatta al contenuto del brano

Impatto culturale

  • Ha vinto il concorso RAI “Canzone del secolo” nel 1985.
  • Ritenuta la canzone più rappresentativa dell’amore giovanile nella cultura italiana.
  • Ha segnato l’inizio del grande successo di Claudio Baglioni, diventando il suo marchio di fabbrica.
  • È diventata colonna sonora di film, fiction, ricordi collettivi.

Curiosità

  • La canzone fu inclusa nell’album omonimo, un concept-album che racconta un’intera storia d’amore.
  • Baglioni la ha riproposta in più versioni e arrangiamenti nel corso degli anni, mantenendola sempre al centro del suo repertorio live.

1972-Questo piccolo grande amore [di Claudio Baglioni - Antonio Coggio \ Claudio Baglioni]
https://youtu.be/aiM_s07SXhY?si=7p9BF12atA6BRIjD

lunedì 16 giugno 2025

Corso di storia della musica: 1972-Io vagabondo

1972-Io vagabondo [di Damiano Dattoli \ Alberto Salerno]




Autori: Damiano Dattoli (musica) – Alberto Salerno (testo)
Interpreti: Nomadi
Genere: Pop rock / Canzone d’autore
Etichetta: EMI Italiana
Anno di uscita: 1972

Contesto e significato

"Io vagabondo (che non sono altro)" è il manifesto poetico dei Nomadi, un gruppo profondamente legato ai temi della libertà, dell’impegno sociale e dell’anticonformismo. Scritta in un momento storico carico di cambiamenti, la canzone riflette il desiderio di autodeterminazione e l’orgoglio della marginalità scelta, diventando negli anni un vero inno generazionale.

Testo e poetica

Il testo racconta il viaggio esistenziale di chi sceglie di vivere fuori dalle convenzioni, senza possedere nulla ma conservando la propria dignità e identità. La ripetizione del ritornello “Io un giorno crescerò…” assume un tono insieme malinconico e determinato, evocando il sogno di riscatto di un’epoca.

Struttura musicale

  • Tonalità: Sol maggiore
  • Intro strumentale iconica, con chitarra acustica e tastiere
  • Ritmo incalzante, sostenuto da batteria e basso energici
  • Voce intensa e ruvida di Augusto Daolio, che conferisce pathos e autenticità al brano

Impatto culturale

  • È il brano simbolo dei Nomadi, tuttora eseguito in ogni loro concerto.
  • Ha avuto una diffusione trasversale, cantata da generazioni di italiani, in contesti pubblici, familiari e scolastici.
  • Il titolo stesso è diventato una locuzione popolare per indicare chi conduce una vita libera e indipendente.

Frase memorabile

"Io vagabondo che son io, vagabondo che non sono altro..."

Curiosità

  • Il singolo vendette oltre un milione di copie, decretando il definitivo successo nazionale dei Nomadi.
  • Viene spesso accostato idealmente a brani americani di protesta e libertà, come “Blowin’ in the Wind” di Bob Dylan.

1972-Io vagabondo [di Damiano Dattoli \ Alberto Salerno]
https://youtu.be/YYav-Is1kK0?si=beNNeLRCnEI5Nvsz

domenica 15 giugno 2025

Corso di storia della musica: 1972-La Canzone del sole

1972-La Canzone del sole [di Lucio Battisti \ Mogol]

"La Canzone del Sole" rappresenta un autentico spartiacque nella produzione musicale italiana, incarnando la sintesi perfetta tra poetica evocativa e struttura melodica popolare. Pubblicata nel 1972, è una delle composizioni più emblematiche del sodalizio artistico tra Lucio Battisti e Mogol.

Dettagli tecnici e artistici

  • Titolo: La Canzone del Sole
  • Musica: Lucio Battisti
  • Testo: Mogol
  • Anno di pubblicazione: 1972
  • Interprete originale: Lucio Battisti
  • Genere: Pop rock cantautorale
  • Etichetta discografica: Numero Uno

Analisi tematica

Il brano esplora la nostalgia dell’adolescenza, rievocando l’immagine di un amore estivo ormai perduto. Mogol costruisce un testo apparentemente semplice, ma densamente simbolico, in cui il sole non è solo sfondo atmosferico, ma metafora del tempo che passa e del calore dei ricordi giovanili.

Struttura musicale

  • Composizione in tonalità di Sol maggiore, con una progressione armonica lineare, che ne facilita la memorizzazione collettiva e il canto corale.
  • L’arrangiamento minimale, con l’uso di chitarra acusticabasso pulsante e un lieve accompagnamento ritmico, ha reso il brano intergenerazionale e immediatamente riconoscibile.

Contesto e impatto culturale

  • Fu il primo 45 giri pubblicato da Battisti dopo la fondazione della sua etichetta indipendente.
  • Ha segnato una nuova fase dell’autonomia artistica nella musica italiana.
  • In breve tempo divenne un inno popolare, spesso cantato in contesti scolastici, campeggi e raduni, assumendo una valenza quasi rituale nella cultura giovanile degli anni '70 e '80.

Citazione iconica

"Le bionde trecce, gli occhi azzurri e poi... le tue calzette rosse."

Considerazioni finali

"La Canzone del Sole" è un esempio di memoria affettiva in musica, un modello di scrittura semplice ma stratificata, che si colloca in una dimensione al tempo stesso personale e collettiva. Un capolavoro della canzone d’autore italiana, in grado di trascendere il tempo e le mode.

1972-La Canzone del sole [di Lucio Battisti \ Mogol]
https://youtu.be/Vu005eUjTMI?si=7EYmWFDMfMyw0bA1

sabato 14 giugno 2025

Corso di storia della musica: "Imagine" 1971

"Imagine" 1971

"Imagine" è una canzone iconica scritta e interpretata da John Lennon, pubblicata nel 1971 come traccia principale dell'album omonimo. È diventata uno dei brani più celebri e influenti della storia della musica popolare.
La canzone "Imagine" è nota per il suo messaggio pacifista, di tolleranza, unità e speranza per un mondo migliore. Le parole incoraggiano a immaginare un mondo senza confini, religioni o possedimenti materiali, immaginando un'utopia di pace, fratellanza e comprensione tra gli uomini.
La melodia dolce e il testo potente hanno reso "Imagine" un inno per il movimento pacifista e un simbolo di speranza per generazioni di persone in tutto il mondo. La canzone è diventata un classico e uno dei pezzi più riconoscibili della carriera di John Lennon, continuando ad avere un impatto emotivo e significativo su molte persone.
"Imagine" è rimasta una delle canzoni più celebri e amate nel panorama della musica popolare, un inno alla pace e all'armonia, e un simbolo della visione di un mondo migliore.

1971-Imagine [di John Lennon]
https://youtu.be/VOgFZfRVaww?si=Z0-dszbg9zRWs67F

venerdì 13 giugno 2025

Corso di storia della musica: 1971-Tanta voglia di lei

1971-Tanta voglia di lei [di Roby Facchinetti \ Valerio Negrini]


"Tanta voglia di lei" è uno dei brani simbolo dei Pooh, uscito nel 1971, che segna una svolta nel successo della band, portandoli per la prima volta in vetta alle classifiche italiane.

Dettagli principali

  • Titolo: Tanta voglia di lei
  • Autori:
    • Musica: Roby Facchinetti
    • Testo: Valerio Negrini
  • Anno: 1971
  • Interprete: Pooh
  • Genere: Pop melodico

Significato

La canzone racconta la crisi di coscienza di un uomo che, dopo aver tradito la compagna, decide di tornare da lei con un forte desiderio di ricominciare. Il testo è struggente e sincero, con un tono di rimorso e malinconia, ma anche di nostalgia e speranza.

Curiosità

  • È il primo grande successo commerciale dei Pooh.
  • La canzone vendette oltre un milione di copie.
  • Venne arrangiata con archi e sonorità più moderne per l’epoca, confermando l’ambizione musicale del gruppo.

1971-Tanta voglia di lei [di Roby Facchinetti \ Valerio Negrini]

https://youtu.be/_pLz8iPexYI?si=TsTBrzLv_vuJh2m2

giovedì 12 giugno 2025

Corso di storia della musica: 1971-Pensieri e parole

1971-Pensieri e parole [di Lucio Battisti \ Mogol]

"Pensieri e parole" è una delle canzoni più raffinate e complesse di Lucio Battisti, uscita nel 1971. Scritta con Mogol, questa ballata sperimentale gioca sulla sovrapposizione di piani temporali e sonori, diventando un capolavoro della canzone italiana.

Dettagli principali

  • Titolo: Pensieri e parole
  • Autori:
    • Testo: Mogol
    • Musica: Lucio Battisti
  • Anno: 1971
  • Interprete: Lucio Battisti
  • Genere: Pop melodico / Psichedelico

Significato

Il testo parla della fine di una relazione, raccontata da due punti di vista che si sovrappongono — presente e passato, parole dette e pensate. L’effetto è potenziato dalla doppia linea vocale, con Battisti che canta due frasi diverse nello stesso momento, rendendo il brano innovativo sia dal punto di vista tecnico che narrativo.

Curiosità

  • La canzone è un esempio unico di contrappunto vocale nella musica pop italiana.
  • Fu pubblicata come lato B del singolo "Era", ma divenne molto più celebre.
  • Nonostante la sua complessità, resta uno dei brani più amati del repertorio di Battisti.
1971-Pensieri e parole [di Lucio Battisti \ Mogol]
https://youtu.be/34WsjareGnc?si=XnUFA4ugJ0rYbgL0

Corso di storia della musica: 1971-Luci a San Siro

1971-Luci a San Siro [di Andrea Lo Vecchio - Giorgio Antola \ Roberto Vecchioni]

"Luci a San Siro" è uno dei brani più iconici della canzone d’autore italiana, pubblicato nel 1971 e interpretato da Roberto Vecchioni. È una ballata malinconica che unisce ricordi d’amore e disincanto per un passato ormai irrecuperabile, ambientata nella Milano degli anni '60.

Dettagli principali

  • Titolo: Luci a San Siro
  • Autori:
    • Testo: Roberto Vecchioni
    • Musica: Andrea Lo Vecchio, Giorgio Antola
  • Anno: 1971
  • Interprete: Roberto Vecchioni
  • Genere: Canzone d’autore / Pop melodico

Significato

La canzone è un viaggio nella memoria. Il protagonista ricorda una storia d'amore giovanile, intrecciata alla vita studentesca a Milano. Le "luci a San Siro" diventano simbolo della distanza tra sogni giovanili e realtà adulta, tra speranze passate e consapevolezze amare. Il tono è intimo, poetico, e profondamente nostalgico.

Curiosità

  • San Siro, nella canzone, non è solo lo stadio ma anche metafora di sogni mai realizzati.
  • La canzone non partecipò a Sanremo, ma è oggi considerata una delle più importanti della discografia di Vecchioni.
  • È stata reinterpretata nel tempo da numerosi artisti, simbolo dell'autenticità e della malinconia della gioventù.

1971-Luci a San Siro [di Andrea Lo Vecchio - Giorgio Antola \ Roberto Vecchioni]

https://youtu.be/-Ir0xPTE2ZQ?si=EtTiFM3Hovy-OAHS

mercoledì 11 giugno 2025

Corso di storia della musica: 1971-Che sarà

1971-Che sarà [di Carlo Pes - Italo Greco - Jimmy Fontana \ Franco Migliacci]

"Che sarà" è un celebre brano del 1971, interpretato da José Feliciano e dai Ricchi e Poveri al Festival di Sanremo, dove si classificò al secondo posto. La canzone è firmata da Carlo Pes e Italo Greco (musica), con testo di Franco Migliacci.

Dettagli principali

  • Titolo: Che sarà
  • Autori:
    • Musica: Carlo Pes, Italo Greco
    • Testo: Franco Migliacci
  • Anno: 1971
  • Festival di Sanremo: 2° classificata
  • Interpreti: José Feliciano e Ricchi e Poveri
  • Genere: Pop melodico / canzone italiana

Significato

"Che sarà" è una struggente ballata sull’abbandono del proprio paese d’origine e sull’incertezza del futuro. Il protagonista si congeda dal luogo in cui è cresciuto, con affetto e malinconia, chiedendosi cosa sarà della sua vita lontano da casa.

La canzone, pur semplice nella struttura, è carica di emotività e senso di perdita, ed è diventata un classico della canzone italiana.

Curiosità

  • Scritta ispirandosi al piccolo paese di Cubo (in provincia di Rieti), da cui proveniva la famiglia di Jimmy Fontana.
  • Jimmy Fontana, inizialmente previsto come interprete, rinunciò per motivi personali, lasciando spazio a Feliciano.
  • Il brano ebbe grande successo anche a livello internazionale, soprattutto nella versione in spagnolo di José Feliciano ("Qué será").

1971-Che sarà [di Carlo Pes - Italo Greco - Jimmy Fontana \ Franco Migliacci]
https://youtu.be/zHd4wBLNljk?si=Fbb1Haxvk3KmlkJz

martedì 10 giugno 2025

Corso di storia della musica: 1971-4/3/1943

1971-4/3/1943 [di Lucio Dalla \ Paola Pallottino]

"4/3/1943" è uno dei brani più noti di Lucio Dalla, scritto in collaborazione con Paola Pallottino, e pubblicato nel 1971. La canzone rappresenta una svolta nella carriera di Dalla, segnando il passaggio dal jazzista e interprete ironico al cantautore impegnato e poetico.

Dettagli principali

  • Titolo: 4/3/1943
  • Autore del testo: Paola Pallottino
  • Compositore e interprete: Lucio Dalla
  • Anno: 1971
  • Festival: Sanremo 1971 (3° posto, in coppia con gli Equipe 84)
  • Genere: Canzone d’autore / Pop

Significato

Il titolo è la data di nascita di Lucio Dalla, ma la canzone narra la storia di un bambino nato da una madre sola durante la guerra. Inizialmente il titolo doveva essere “Gesù Bambino”, ma fu censurato. Il brano racconta, con tenerezza e ironia, la vita e le origini del protagonista, toccando temi sociali e familiari in modo profondo e umano.

Curiosità

  • Il testo originale subì modifiche per la partecipazione a Sanremo: furono cambiati alcuni passaggi ritenuti troppo espliciti o religiosamente sensibili.
  • È uno dei brani che ha consacrato Lucio Dalla nel panorama della canzone italiana d’autore.
  • Vanta numerose reinterpretazioni e cover, anche internazionali.

1971-4/3/1943 [di Lucio Dalla \ Paola Pallottino]

https://youtu.be/H0hwEG721nY?si=1ZnlRerNR1awyocG

lunedì 9 giugno 2025

Corso di storia della musica: “Stairway to Heaven” – 1971

“Stairway to Heaven” – Led Zeppelin (1971)

Artista: Led Zeppelin
Album: Led Zeppelin IV (ufficialmente senza titolo)
Data di pubblicazione: 8 novembre 1971
Genere: Rock / Hard Rock / Folk Rock / Progressive Rock
Durata: 8:02


🎸 Contesto e Genesi

“Stairway to Heaven” è probabilmente il brano più iconico dei Led Zeppelin e una delle canzoni più celebri della storia del rock. La sua composizione nasce nel 1970, durante un soggiorno del gruppo a Headley Grange, un’ex casa di riposo trasformata in studio di registrazione.

Jimmy Page, chitarrista e principale autore della musica, la sviluppò su un arpeggio acustico a cui aggiunse gradualmente strati di strumenti elettrici e sezioni orchestrali. Il testo fu scritto da Robert Plant, ispirato a suggestioni mistiche e al desiderio di raccontare un viaggio spirituale.


✍️ Testo e Significato

La canzone racconta la parabola di una donna convinta di poter comprare la salvezza e la felicità (“buying a stairway to heaven”), salvo scoprire che le scelte compiute nella vita hanno conseguenze e che la saggezza si raggiunge solo attraverso la consapevolezza.

Il testo è intriso di simbolismi esoterici, riferimenti al folklore britannico e immagini poetiche: il bosco, l’eco, il flauto, il viandante. La canzone è stata interpretata in molti modi – come allegoria morale, percorso di illuminazione spirituale, o critica dell’avidità.


🎹 Struttura Musicale

“Stairway to Heaven” si distingue per la sua progressione dinamica:

  • Intro acustico: chitarra a 12 corde e flauto dolce, atmosfera folk.
  • Sezione centrale: voce più intensa, l’ingresso della chitarra elettrica.
  • Finale: potente assolo di chitarra e climax hard rock.
  • Outro: la voce di Plant chiude in dissolvenza (“And she’s buying a stairway to heaven…”).

Il celebre assolo di Page è considerato uno dei più iconici della storia della chitarra elettrica.


📀 Accoglienza e Impatto

  • Nonostante non sia mai stata pubblicata come singolo ufficiale, la canzone divenne immediatamente un successo radiofonico.
  • È una delle tracce più trasmesse nella storia delle radio FM americane.
  • Inserita in innumerevoli classifiche delle “migliori canzoni di sempre”.
  • Il brano ha contribuito a cementare la reputazione di Led Zeppelin IV come uno degli album più venduti di sempre (oltre 37 milioni di copie).

⚡ Curiosità

  • Jimmy Page usò una Gibson EDS-1275 a doppio manico per riprodurre in concerto le parti acustiche ed elettriche.
  • Il brano fu al centro di accuse di plagio per la somiglianza dell’intro con “Taurus” degli Spirit, ma nel 2020 una corte d’appello statunitense confermò che non si trattava di violazione di copyright.
  • In molti negozi di strumenti musicali negli USA era diventato un cliché provarla: “No Stairway to Heaven” è un cartello ironico esposto in diversi shop.

🌟 Legacy

“Stairway to Heaven” è considerata la perfetta sintesi del rock anni ’70: ambiziosa, epica, con arrangiamenti complessi e una tensione emotiva che cresce fino all’esplosione finale. Per molti, è la canzone definitiva dei Led Zeppelin e un inno generazionale.

domenica 8 giugno 2025

Corso di storia della musica: 1970-La Prima cosa bella

1970-La Prima cosa bella [di Nicola Di Bari \ Mogol] 

"La prima cosa bella" è una celebre canzone italiana del 1970, interpretata da Nicola Di Bari, con testo scritto da Mogol e musica composta da  Nicola Di Bari. La versione più nota è quella cantata da Nicola Di Bari al Festival di Sanremo 1970, in coppia con Ricchi e Poveri.

Dettagli principali:

  • Titolo: La prima cosa bella
  • Interprete principale: Nicola Di Bari
  • Autori: Mogol (testo) / Nicola Di Bari (musica)
  • Anno: 1970
  • Festival: Sanremo 1970 (secondo posto)
  • Genere: Canzone italiana melodica / Pop

Curiosità:

  • Il brano è diventato un classico della musica italiana, spesso associato alla nostalgia e all'amore familiare.
  • Nel 2010, ha dato il titolo al film di Paolo Virzì La prima cosa bella, il cui tema musicale principale è proprio questa canzone, reinterpretata da Malika Ayane.
  • Il testo, semplice e diretto, racconta il ricordo di un amore puro e sincero, probabilmente legato a una figura materna o giovanile.

1970-La Prima cosa bella [di Nicola Di Bari \ Mogol] 

https://youtu.be/Hs1Lc-4u1ps?si=2r0lMDbGAkAI7F0T

sabato 7 giugno 2025

Corso di storia della musica: 1970-Let it be

1970-Let it be [di John Lennon - Paul McCartney] 

"Let It Be" è una canzone scritta da Paul McCartney (sebbene accreditata come da prassi a Lennon–McCartney) e pubblicata dai Beatles nel 1970. È uno degli ultimi singoli della band, ed è anche il titolo dell'ultimo album pubblicato prima dello scioglimento ufficiale.

Dettagli principali:

  • Autori: Paul McCartney / John Lennon
  • Album: Let It Be
  • Anno di pubblicazione: 1970
  • Voce principale: Paul McCartney
  • Genere: Rock melodico / Gospel influenzato
  • Strumenti celebri: Pianoforte, chitarra solista di George Harrison, organo Hammond

Curiosità:

  • McCartney scrisse la canzone ispirato da un sogno in cui sua madre Mary, morta quando lui aveva 14 anni, gli appariva per consolarlo.
  • Il celebre verso “Mother Mary comes to me” si riferisce appunto a sua madre, non a riferimenti religiosi.
  • George Harrison inserì un assolo di chitarra differente nella versione dell'album rispetto al singolo.

1970-Let it be [di John Lennon - Paul McCartney] 

https://youtu.be/QDYfEBY9NM4?si=Zmy6zBrXiogReViv

venerdì 6 giugno 2025

Corso di storia della musica: 1969-Lo Straniero (Le meteque)

1969-Lo Straniero (Le meteque) [di Georges Moustaki \ Bruno Lauzi]

"Lo straniero (Le Métèque)" è la versione italiana del celebre brano "Le Métèque", scritto e interpretato da Georges Moustaki nel 1969. La versione italiana fu adattata e portata al successo da Domenico Modugno, con testo tradotto da Bruno Lauzi.


Dettagli del brano:

  • Titolo originale: Le Métèque
  • Titolo italiano: Lo straniero
  • Anno: 1969
  • Musica e testo originali: Georges Moustaki
  • Versione italiana (testo): Bruno Lauzi
  • Interprete italiano: Domenico Modugno
  • Genere: Chanson, folk, cantautorato
  • Etichetta: Fonit Cetra

Significato della canzone:

Il termine "métèque" in francese ha una connotazione spregiativa, utilizzata per indicare una persona straniera, spesso vista con sospetto o discriminazione. Moustaki – di origini greco-egiziane – lo riappropria con orgoglio e ironia, trasformandolo in un simbolo di libertà, diversità e identità non conformista.

La versione italiana, Lo straniero, mantiene il senso del testo originale, sottolineando l’alterità, il rifiuto delle convenzioni borghesi e una vita vissuta poeticamente ai margini:

"Con il viso da straniero / con i capelli un po’ ribelli / con gli occhi tristi come quelli / di chi ha capito già..."


Curiosità:

  • Rivendicazione dell’identità: La canzone è diventata un inno degli emarginati, degli apolidi, degli artisti erranti e di chi non si riconosce nei canoni imposti.
  • Modugno e la libertà: Domenico Modugno sentì un’affinità profonda con il brano, tanto da farne una delle sue interpretazioni più intense e sentite.
  • Traduzione poetica: Bruno Lauzi non fece una traduzione letterale, ma una reinterpretazione poetica, molto fedele allo spirito originale.
  • Eredità: Ancora oggi Le Métèque / Lo straniero è cantata in tutto il mondo come simbolo della diversità culturale e del rifiuto del razzismo.

1969-Lo Straniero (Le meteque) [di Georges Moustaki \ Bruno Lauzi]

https://youtu.be/_NdvGkGvKCY?si=raqcYIUK7-l5g3AB

giovedì 5 giugno 2025

Corso di storia della musica: 1968 - Vengo anch'io. No, tu no!

1968-Vengo anch'io. No, tu no! [di Enzo Jannacci \ Fiorenzo Fiorentini - Dario Fo - Enzo Jannacci]

"Vengo anch’io. No, tu no!" è un brano iconico del cantautore e medico milanese Enzo Jannacci, pubblicato nel 1968. È uno dei pezzi più rappresentativi della sua poetica surreale, ironica e profondamente umana. Il testo è scritto a sei mani da JannacciFiorenzo Fiorentini e Dario Fo.


Dettagli del brano:

  • Titolo: Vengo anch’io. No, tu no!
  • Anno: 1968
  • Autori: Enzo JannacciFiorenzo FiorentiniDario Fo
  • Interprete: Enzo Jannacci
  • Genere: Canzone d'autore, cabaret, ironico-satirico
  • Etichetta: ARC

Significato e stile:

La canzone si struttura come un dialogo surreale e ripetitivo, dove un personaggio chiede costantemente “vengo anch’io?”, ricevendo come risposta “no, tu no!”. Dietro l’apparente leggerezza e comicità si cela una profonda critica sociale, in particolare verso l’esclusione, l’ipocrisia e l’assurdità dei meccanismi di potere e relazione umana.

"Per vedere di nascosto l'effetto che fa..."

Questo verso, diventato celebre, rappresenta lo sguardo curioso e distaccato sull’umanità, tipico del teatro di Dario Fo e della poetica di Jannacci.


Curiosità:

  • Censura: Il brano fu inizialmente censurato dalla RAI per via del suo tono ritenuto provocatorio.
  • Influenza teatrale: Lo stile e la scrittura risentono fortemente della scuola del cabaret milanese e della collaborazione di Jannacci con Fo e Gaber.
  • Frase cult: Il titolo è diventato modo di dire comune, usato ancora oggi per indicare esclusione ironica o forzata da qualcosa.
  • Successo popolare: Nonostante (o grazie a) il tono dissacrante, la canzone ebbe un enorme successo e contribuì a consacrare Jannacci come figura centrale della canzone d’autore italiana.

1968-Vengo anch'io. No, tu no! [di Enzo Jannacci \ Fiorenzo Fiorentini - Dario Fo - Enzo Jannacci]
https://youtu.be/2tkEi1aSOYg?si=wZD7StS6V_QX1FoW

mercoledì 4 giugno 2025

Corso di storia della musica: 1968 - Rain and tears

1968-Rain and tears [di Vangelis \ Boris Bergman]

"Rain and Tears" è un celebre brano pubblicato nel 1968 dal gruppo greco Aphrodite’s Child, composto tra gli altri da Vangelis Papathanassiou (futuro compositore premio Oscar) e cantato da Demis Roussos. Il testo fu scritto da Boris Bergman. La canzone è basata sul Canone in re maggiore di Johann Pachelbel, una scelta che dona al brano un tono malinconico e classicheggiante.


Dettagli del brano:

  • Titolo: Rain and Tears
  • Anno: 1968
  • Autori: Vangelis (musica), Boris Bergman (testo)
  • Interpreti: Aphrodite’s Child
  • Genere: Pop barocco, psichedelia
  • Durata: circa 3:10
  • Origine musicale: ispirato al Canone di Pachelbel
  • Etichetta: Philips Records

Significato del brano:

"Rain and Tears" contrappone pioggia e lacrime, suggerendo che anche quando si piange, la pioggia può nascondere il dolore. È un testo breve ma carico di emotività, in cui si esprime la tristezza per la fine di un amore e la confusione tra dolore interiore e ciò che appare all'esterno.

"Rain and tears / are the same / but in the sun / you've got to play the game..."

Il messaggio si rifà a una visione stoica ed estetica del dolore, in cui l’apparenza e la forza emotiva si fondono.


Curiosità:

  • Successo internazionale: Il brano fu un enorme successo in tutta Europa, specialmente in Francia, Italia, Germania e Olanda.
  • Inizio della carriera di Vangelis: Fu uno dei primi successi che permisero a Vangelis di farsi conoscere a livello internazionale, prima della sua carriera solista da compositore di colonne sonore (Blade RunnerChariots of Fire).
  • Demis Roussos: La voce angelica e potente del cantante contribuì a rendere la canzone un classico senza tempo.
  • Versioni italiane: Esistono adattamenti italiani, anche se non ufficiali, e il brano fu molto amato in Italia, entrando nelle classifiche.

1968-Rain and tears [di Vangelis \ Boris Bergman]
https://youtu.be/2I7QG12ojg0?si=nG4tled2ErTNnrJz

martedì 3 giugno 2025

Corso di storia della musica: 1968 - Hey Jude

1968-Hey Jude [di John Lennon - Paul Mc Cartney]

"Hey Jude" è uno dei brani più celebri dei Beatles, pubblicato nel 1968 e accreditato a Lennon–McCartney, anche se fu scritto quasi interamente da Paul McCartney. È considerata una delle canzoni più iconiche della musica pop-rock mondiale.


Dettagli del brano:

  • Titolo: Hey Jude
  • Anno di pubblicazione: 1968
  • Autori: Paul McCartney (principalmente), accreditata a Lennon–McCartney
  • Interpreti: The Beatles
  • Durata: 7:11
  • Etichetta: Apple Records
  • Produttore: George Martin

Significato della canzone:

Paul McCartney scrisse originariamente il brano con il titolo Hey Jules, per consolare Julian Lennon, figlio di John Lennon, durante il difficile periodo del divorzio dei suoi genitori. Il testo incoraggia il giovane a non portare il peso del dolore, ad accettare il cambiamento e a non chiudersi all’amore:

"Hey Jude, don't make it bad / Take a sad song and make it better..."

Anche se ispirata da una vicenda privata, la canzone ha un messaggio universale di resilienza, conforto e speranza.


Caratteristiche musicali:

  • La canzone è celebre per la sua struttura progressiva, culminante in un lunghissimo finale corale di oltre 4 minuti con il famoso:

    "Na-na-na na..."

  • Fu una delle prime pubblicazioni su Apple Records, l'etichetta fondata dai Beatles.
  • Nonostante la durata insolita per l’epoca, fu un successo radiofonico e commerciale.

Curiosità:

  • Successo globale: Arrivò al n.1 in 12 paesi, rimanendo 9 settimane al primo posto della Billboard Hot 100, un record per i Beatles.
  • Critica e pubblico: È considerata una delle migliori canzoni di tutti i tempi da riviste come Rolling Stone e Time.
  • Esibizione storica: Durante la promozione televisiva, i Beatles furono circondati da un pubblico reale che si unì nel coro finale, segno dell’unione tra artista e ascoltatori.

1968-Hey Jude [di John Lennon - Paul Mc Cartney]
https://youtu.be/mQER0A0ej0M?si=ys7huGGh7ayneRnr

lunedì 2 giugno 2025

Corso di storia della musica: 1968 - La Bambola

1968-La Bambola [di Ruggero Cini - Bruno Zambrini \ Franco Migliacci] 


"La bambola" è uno dei più grandi successi della musica italiana degli anni '60, portato al successo nel 1968 da Patty Pravo. Il brano, scritto da Ruggero Cini e Bruno Zambrini (musica) con testo di Franco Migliacci, segnò una svolta nella carriera dell'artista, consacrandola come una delle voci femminili più iconiche del panorama italiano.


Dettagli del brano:

  • Titolo: La bambola
  • Anno: 1968
  • Interprete: Patty Pravo
  • Autori: Ruggero Cini e Bruno Zambrini (musica), Franco Migliacci (testo)
  • Genere: Pop melodico
  • Durata: circa 2:30
  • Etichetta: RCA Italiana

Significato della canzone:

"La bambola" affronta un tema forte per l’epoca: l’indipendenza femminile e il rifiuto di essere trattata come un oggetto. La protagonista si rivolge a un uomo che l’ha sempre vista come un giocattolo da usare a piacimento. Con tono deciso, afferma che ora le cose sono cambiate:

"Tu mi fai girar / tu mi fai girar / come fossi una bambola..."
"...Non mi importa più di te / e se ritorni da me / tu mi troverai cambiata..."

Il testo, pur con parole semplici, esprime una forte presa di posizione contro la subordinazione affettiva, anticipando tematiche femministe che diventeranno centrali negli anni successivi.


Curiosità:

  • Rifiutata da altre artiste: Prima di essere proposta a Patty Pravo, la canzone fu rifiutata da Giusy Romeo (poi Sylvie Vartan), Caterina Caselli e Anna Identici.
  • Successo internazionale: La bambola fu tradotta in diverse lingue e ottenne un enorme successo anche in Francia, Germania e Spagna.
  • Identità artistica: Il brano contribuì a definire l’immagine trasgressiva, sofisticata e anticonformista di Patty Pravo.
  • Cover: È stata reinterpretata da numerosi artisti italiani e stranieri, tra cui Mina, Dalida e più recentemente i Baustelle.

1968-La Bambola [di Ruggero Cini - Bruno Zambrini \ Franco Migliacci] 
https://youtu.be/kTLWnmSrkbQ?si=D6IpqhQ7mpXF0j9A

domenica 1 giugno 2025

Corso di storia della musica: "I Started a Joke" 1968

"I Started a Joke" (1968) – Bee Gees

Titolo: "I Started a Joke" (1968) – Bee Gees: il sorriso tragico dell’anima

Compositori: Barry Gibb, Maurice Ernest Gibb, Robin Hugh Gibb
Anno di uscita: 1968
Genere: Pop psichedelico / Soft rock
Durata: circa 3:10
Album: Idea

Contesto e significato:
"I Started a Joke" è uno dei brani più intensi e malinconici del repertorio dei Bee Gees, interpretato con straordinaria sensibilità da Robin Gibb. Il testo racconta la parabola esistenziale di qualcuno che, con una battuta (una “joke”), senza volerlo scatena dolore e incomprensione. È una metafora sulla solitudine, il senso di colpa e la difficoltà di essere compresi.

La canzone gioca sul contrasto tra leggerezza apparente e profondità emotiva, una firma distintiva del periodo più introspettivo della band.

Frase emblematica:

"I started a joke, which started the whole world crying / But I didn’t see that the joke was on me."

Perché ascoltarla oggi:
Perché la sua forza emotiva è senza tempo. I Started a Joke parla del dolore universale del sentirsi fraintesi, e lo fa con una dolcezza struggente che ancora commuove.

Curiosità:

  • Nonostante il successo mondiale, il brano non fu pubblicato come singolo nel Regno Unito.
  • È stato reinterpretato da numerosi artisti, tra cui Faith No More, Robbie Williams e Cat Power.
  • Il videoclip animato ufficiale è stato pubblicato solo molti anni dopo, a testimonianza dell’interesse duraturo per la canzone.

https://www.youtube.com/watch?v=XYb-w39sGlY