lunedì 24 marzo 2025

Corso di storia della musica: 1930 – “Dicitencello vuje”


1930 – “Dicitencello vuje”: la canzone dell’amore sussurrato

Nel cuore della canzone napoletana, “Dicitencello vuje” occupa un posto d’onore. Composta nel 1930 da Rodolfo Falvo, su versi di Enzo Fusco, è uno dei più struggenti esempi di romanticismo musicale italiano. La sua bellezza sta nella delicatezza della confessione amorosa: il protagonista non riesce a dichiararsi e chiede a un intermediario di farlo per lui – dicitencello vuje... (“diteglielo voi”).

È una canzone sussurrata, intima, sospesa tra timidezza e ardore, che cattura perfettamente la tensione dell’amore non dichiarato. La melodia, lirica e malinconica, accompagna un testo denso di pathos e pudore: il sentimento è tanto profondo quanto impacciato, e proprio per questo sincero.

“Dicitencello vuje” non è solo una dichiarazione d’amore: è una preghiera sentimentale, un atto di vulnerabilità che ha attraversato i decenni, diventando uno standard della tradizione napoletana. È stata interpretata da CarusoRoberto MuroloLuciano PavarottiAndrea Bocelli e moltissimi altri, restando viva nelle voci di chi sa che l’amore spesso ha bisogno di essere aiutato a parlare.


1930 - Dicitencello vuje [di Rodolfo Falvo \ Enzo Fusco]


https://youtu.be/R-R4erMxFP8?si=rnGRAyWzsEXCzuoc

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